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intorno la vita e le opere di luciano. |
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vanezza creò e trovò quanto doveva servire d’esempio
a tutte le generazioni future: da Omero a Demostene
rappresentò le più perfette forme del bello; da Talete
ad Aristotele trovò le più riposte forme del vero: e Demostene
ed Aristotele furono i due ultimi grandi esempi,
le due ultime grandi creazioni della Grecia. Nell’età
matura insegnò e diffuse quanto aveva creato e trovato
nelle arti e nel sapere: ed ecco la libertà creatrice cadere,
e sorgere la monarchia propagatrice d’Alessandro,
la quale dividendosi diffonde la civiltà tra i popoli;
ed il Greco uscito dell’Ellade si accasa e domina in
Asia, in Siria, in Egitto, e da per tutto sparge sapere
e gentilezza. Ma in Italia era un popolo fiero per forza
di armi e potente di senno naturale che volle dominare
su tutte le genti: i Greci per molti secoli lo combatterono,
e in questa lunga lotta, che cominciò da Pirro,
chiamato a difendere l’independenza delle colonie elleniche,
sempre l’ingegno greco si oppose alla forza romana,
Archimede a Marcello; infine dovettero cedere
alle armi ed alla virtù di Roma, e perdettero la libertà
politica che non seppero più difendere né meritare. Allora
avvennero due cose: la prima, che l’impero del
mondo fu tosto diviso fra i due popoli, i Romani tennero
la forza politica delle armi e delle leggi, i Greci
la forza intellettuale del sapere e delle arti; gli uni diventarono
i padroni, gli altri seguitarono ad essere i
maestri del mondo. La seconda, che i Romani acquistarono
un tesoro immenso di cognizioni novelle, rammorbidirono
i feroci costumi, si educarono e ingentilirono,
ma avendo trovata una civiltà già compiuta e vecchia,
e vizi e morbidezze sconosciute, in queste si tuffarono
con impelo di conquistatori, e in poco tempo s’imbestiarono
bruttamente, sprofondarono in una corruzione
sì turpe e nefanda che è vergogna anche narrarla: i