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intorno la vita e le opere di luciano. 99

alle faccende della vita; s’introduceva nelle case per portarvi la pace e farvi udire la ragione, ed era chiamato padre dal popolo Ateniese in mezzo al quale visse e morì. Egli è un Menippo senza acerbità, e un tipo di filosofo come Luciano lo voleva. Le sue azioni sono narrate brevemente, perchè poche e poco strepitose sono le azioni di un filosofo: i suoi detti sono riferiti più largamente, come quelli che ritraggono la mente e l’indole di quel buon vecchio, e ce lo rappresentano vivente e conversante con gli uomini del suo tempo. Noi lo vediamo che motteggia Favorino ed Apollonio, che piacevoleggia con Epitteto, che trafigge quell’impostore di Peregrino, che raffrena il matto dolore di Erode il gran ricco Ateniese, che si fa rispettare da un popolo sdegnato, che corregge, consiglia, riprende persone di ogni specie con le quali egli conversa: le fornaio facevano a chi desse prima il pane al vecchio, e i fanciulli gli porgevano frutti, e lo chiamavano babbo. Questa maniera schietta e naturale usata da Plutarco nel narrare le vite degli uomini illustri, è più efficace a dipingere la vita privata e modesta di un filosofo. Io per me credo che questa operetta sia di Luciano, perchè ci vedo la sua idea, e la sua maniera: solamente lo stile mi fa sospettare che ei la scrisse giovane, e pieno la mente deli’ immagine di quel buon vecchio che gli Ateniesi amarono ed onorarono sinceramente anche dopo che fu morto. E vedo ancora che nei motti e nelle piacevolezze del filosofo è nascosto lo scrittore satirico, il quale si piace e si diffonde a riferirli.

LVIII. Il trattatello Di non credere facilmente alla Dinunzia ha un concetto morale ed utile alla vita, una forma discorsiva piacevole ed elegante, ed è composto benissimo, come dice il Weise. Il che a me non pareva interamente quando io lo voltavo in italiano. Imperoc-