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98 intorno la vita e le opere di luciano.

forza e intelligenza umana può resistere. L’intreccio della favola semplicissimo, i personaggi reali e fantastici, il coro de’ podagrosi coronati di sambuco ed appoggiantisi a bastoncelli, i loro canti che celebrano la nascita della dea Podagra, la sua potenza e le sue lodi; lo stile, le immagini, le parole composte con nuova piacevolezza, le sentenze dei grandi tragici voltate a rovescio, i versi corretti ed eleganti, tutto è cosa greca e di antica imitazione. E Luciano si mostra valente poeta non meno che era valente prosatore, perocchè questa poesia è sua certamente. La podagra, al suo tempo assai comune per la intemperanza e la morbidezza dei costumi, essendo come una cosa fatale, contro di cui non vale altro rimedio che lo scherzo e il buon umore, gli parve argomento fatto pel suo genio; e nel trattarlo potè motteggiare gl’impostori che pretendevano di guarirla, e gli sciocchi che credevano a vani rimedii. Forse è ancora una scrittura fatta per qualche occasione che ora ignoriamo, il certo è che ella è graziosa, giocosa, elegante, e degna di un bell’ingegno.

Il Velocipede è una sciocca e monca imitazione della Tragedopodagra, e non merita che se ne dica altro.

filosofia.

LVII. opere serie. Queste opere sono tutti dialoghi, eccetto due, la Vita di Demonatte, e il trattatello Di non credere alla dinunzia: e quasi tutte si dubita se sieno genuine, perocchè Luciano non credeva nella filosofia, e non poteva ragionarne seriamente.

Il Demonatte è la vita di un filosofo amabile, lontano dall’orgoglio e dai pettegolezzi delle sètte, che usò del sapere non a speculazioni vane, ma ai bisogni ed