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48 La Circe.


de gli Dei, che chi serviva al mondo con quelle leggi solamente che ci ha date Dio e la natura: che io mi fuggii tanto da loro col pensiero, che io non me ne ricordai mai più. E pensai di vivermi da gentiluomo, dandomi a gli stati; e dipoi passandomi tempo in cacciare e in uccellare e in piaceri simili.

Ulisse.
Se tu cercavi cotesto stato credendovi trovar dentro quiete, ti so ben dire che tu erravi la via; e molto iù ancora ne l’armi: chè in queste due vite, che io ho provate, so io bene che non si truova alcuno che viva contento.
Lepre.
La milizia, pensando io non trovar pace ne la guerra, non volsi io provare. E oltra di questo, giudicava cosa stolta, non combattendo per la patria o per l'onor proprio o per qualche altra legittima cagione, il vendere la propria vita per qualsivoglia prezzo. Perchè, non avendo noi a venire in questo mondo se non una volta, non mi pare che pagasse la vita d’un uomo quanto oro fece o farà mai la natura. E veggendo ancora che a tener vita di gentiluomo era necessario moltitudine di servi, i quali son tutti nostri nimici, e ogni giorno fanno cose donde ne nascon mille dispiaceri nostri; pensando che fosse difficilissima cosa il ritrovarvi il suo contento, levai al tutto l’animo da quello: e finalmente, credendomi nel servire a un principe, non in cose meccaniche ma in imprese onorate, trovar qualche contento d’animo, deliberai, con quelle poche lettere che io aveva, mettermi a simile esercizio. Dove a ponto trovai il contrario di quel che io pensava. Perchè, oltre a la fatica che è il servire a un principe, e oltra a’ disagi che si sopportano, non potendo mai nè dormire nè mangiare a tempi debiti, che son pur quelle cose che conservano la vita nostra; la invidia che è per le corti, e la ingratitudine che pare che sia ne’ principi a chi gli serve, che non pare loro essere mai rimeritati giustamente, se già eglino non dessin loro il regno; non mi lasciaron mai posar l’animo a viver un’ora sola contento. Laonde mi gittai al disperato, e mi diedi a navicare, e cosi dove io non credetti ritrovai la quiete mia; perchè, trasportato da la fortuna in questa isola, fui trasmutalo da Circe, come tu vedi, in Lepre; che fu