de gli Dei, che chi serviva al mondo con quelle leggi solamente
che ci ha date Dio e la natura: che io mi fuggii tanto
da loro col pensiero, che io non me ne ricordai mai più. E
pensai di vivermi da gentiluomo, dandomi a gli stati; e dipoi
passandomi tempo in cacciare e in uccellare e in piaceri
simili.
- Ulisse.
- Se tu cercavi cotesto stato credendovi trovar dentro quiete, ti so ben dire che tu erravi la via; e molto iù ancora ne l’armi: chè in queste due vite, che io ho provate, so io bene che non si truova alcuno che viva contento.
- Lepre.
- La milizia, pensando io non trovar pace ne la guerra, non volsi io provare. E oltra di questo, giudicava cosa stolta, non combattendo per la patria o per l'onor proprio o per qualche altra legittima cagione, il vendere la propria vita per qualsivoglia prezzo. Perchè, non avendo noi a venire in questo mondo se non una volta, non mi pare che pagasse la vita d’un uomo quanto oro fece o farà mai la natura. E veggendo ancora che a tener vita di gentiluomo era necessario moltitudine di servi, i quali son tutti nostri nimici, e ogni giorno fanno cose donde ne nascon mille dispiaceri nostri; pensando che fosse difficilissima cosa il ritrovarvi il suo contento, levai al tutto l’animo da quello: e finalmente, credendomi nel servire a un principe, non in cose meccaniche ma in imprese onorate, trovar qualche contento d’animo, deliberai, con quelle poche lettere che io aveva, mettermi a simile esercizio. Dove a ponto trovai il contrario di quel che io pensava. Perchè, oltre a la fatica che è il servire a un principe, e oltra a’ disagi che si sopportano, non potendo mai nè dormire nè mangiare a tempi debiti, che son pur quelle cose che conservano la vita nostra; la invidia che è per le corti, e la ingratitudine che pare che sia ne’ principi a chi gli serve, che non pare loro essere mai rimeritati giustamente, se già eglino non dessin loro il regno; non mi lasciaron mai posar l’animo a viver un’ora sola contento. Laonde mi gittai al disperato, e mi diedi a navicare, e cosi dove io non credetti ritrovai la quiete mia; perchè, trasportato da la fortuna in questa isola, fui trasmutalo da Circe, come tu vedi, in Lepre; che fu