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maniera regolato, che voi non ne beeste più che il l bisogno vostro; ma non avendo ella fatto cosi, egli è propio come aver dato una cosa che non può manco nuocere che giovare in mano a uno che non abbia giudizio, o che si lasci trasportare da la voglia.
Ulisse.
Di questa cosa del vino tu potresti dir mille anni, chè io non ti cederei mai.
Serpe.
Ne le cose veneree poi, non vi lasciate voi ancora trasportar tanto dal piacere, che voi ne cavate bene spesso la morte? la qual cosa non avviene mai a noi: anzi ha tanto tenuto conto la natura di noi in questo, che ella non ci lascia venire in simili desiderj se non a certe stagioni; e queste sono solamente quando noi abbiam bisogno di gittar questa superfluità, o quando il tempo è più atto a la generazione.
Ulisse.
Sì, che non si trova ancora in fra voi di quegli che sono sempre disposti a simili piaceri?
Serpe.
E chi sarà questo? la Cavalla, o simili altri animali che praticano con voi, per servirvene voi a' vostri bisogni, che saranno forse anche incitati a simili atti da voi per util vostro, acciocchè ei figlino più. Ma passa più oltre a l'altre cose, che si ricercano a la conservazione de la sanità. E considera un poco circa a l'aria, la qualità de la quale è d'importanza grandissima, avendo noi continuamente nel respirare a empiercene le parti di dentro: chi truovi tu di noi che non stia in quel luogo e in quell'aria che gli è a proposito e conveniente, se già e' non ne sono cavati da voi per forza e menati altrove? dove voi bene spesso, e per il desiderio del guadagnare, e per mille altre cagioni, andate, mutando paesi, a stare in luogo dove l'aria, vi è tanto contraria, che voi vi procacciate la morte innanzi al tempo.
Ulisse.
Questo si puo mal negare.
Serpe.
Del sonno e de la dieta e de l'altre cose necessasarie a la conservazion de la complessione e de la sanità vostra, non vo' io ragionare, perchè voi conoscete da voi stessi, che voi non le sapete usare ai tempi debiti. E questo nasce perchè voi siete indotti a ciò o da l'arte o da la fantasia vo-