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turba peripatetica, et immediatamente si veddero piene le stamperie di opposizioni et apologie, alle quali fu poi nel 1615 abondantemente risposto dal P. D. Benedetto Castelli, matematico allora di Pisa e già discepolo del Sig.r Galileo, a fine di sottrarre il suo maestro da occuparsi in così frivole controversie.

Stava bene il Sig.r Galileo tutto intento a' celesti spettacoli, quando però non veniva interrotto da indisposizioni o malattie che spesso l'assalivano, cagionate da lunghe e continuate vigilie et incomodi che pativa nell'osservare; e trovandosi poco lontano da Firenze nella villa delle Selve del Sig.r Filippo Salviati, amico suo nobilissimo e d'eminentissimo ingegno, quivi fece scrupolosissime osservazioni intorno alle macchie solari: et avendo ricevuto lettera dal Sig.r Marco Velsero, Duumviro d'Augusta, accompagnata con tre del suddetto Apelle sopra l'istesso argumento, ne i 4 di Maggio del 1612 rispose a quella con varie considerazioni sopra le lettere del medesimo Apelle, replicando ancora con altra de' 14 d'Agosto susseguente; e ricevendo dal Sig.r Velsero altre speculazioni e discorsi d'Apelle, scrisse la terza lettera del primo di Dicembre prossimo, sempre confermandosi con nuove e più accurate ragioni ne' suoi concetti: e di qui nacque l' Istoria e Demostrazioni delle Macchie Solari e loro accidenti, che nel 1613 fu publicata in Roma dall'Accademia de' Lincei insieme con le suddette lettere e disquisizioni del finto Apelle, dedicandola al medesimo Sig.r Filippo Salviati, nella villa del quale aveva il Sig.r Galileo osservato e scritto sopra queste apparenze; vedendosi in detta istoria ciò che di vero, o di probabile almeno, è stato detto fin ora sopra argumento così difficile e dubbio.