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clima, avanti che i suoi avversarii avessero a godere del suo precipizio. E così dopo tre anni di lettura in Pisa, ne' 26 di Settembre del 1592, ottenne dalla Ser.ma Republica di Venezia la lettura delle matematiche in Padova per sei anni: nel qual tempo inventò varie macchine in servizio della medesima Republica, con suo grandissimo onore et utile insieme, come dimostrano gl'amplissimi privilegi ottenuti da quella; et a contemplazione de' suoi scolari scrisse allora varii trattati, tra' quali uno di fortificazione, secondo l'uso di quei tempi, uno di gnomonica e prospettiva pratica, un compendio di sfera, et un trattato di meccaniche , che va attorno manuscritto, e che poi nel 1634, tradotto in lingua franzese, fu stampato in Parigi dal Padre Marino Mersennio, e ultimamente nel 1649 publicato in Ravenna dal Cav.r Luca Danesi: trovandosi di tutti questi trattati, e di molti altri, più copie sparse per l'Italia, Germania, Francia, Inghilterra et altrove, trasportatevi da' suoi medesimi discepoli, la maggior parte senza l'inscrizione del suo nome, come fatiche delle quali ei non faceva gran conto, essendo di esse tanto liberale donatore quanto fecondo compositore.

In questi medesimi tempi ritrovò i termometri, cioè quelli strumenti di vetro, con acqua et aria, per distinguer le mutazioni di caldo e freddo e la varietà de' temperamenti de' luoghi; la qual maravigliosa invenzione dal sublime ingegno del gran Ferdinando Secondo, nostro Ser.mo Padron regnante,