Ciascuno del compagno era parente,
Se non era parente gli era amico;, 120Se non amico almanco conoscente.
Credi pur che la sta com’i’ ti dico,
Che il vestir panni, e simil fantasie, 123Son tutte quante invenzion del nemico;
Come fu quella dell’artiglierie,
E delle streghe, e dello spiritare, 126E degli altri incantesimi e malíe.
Un’altra cosa mi fa strabiliare,
E sto per dirti quasi ch’i’ c’impazzo, 129Nè so trovar come la possa stare:
Ed è, che se qualcun per suo solazzo,
Sendo ingegnoso e alto di cervello, 132Talor va ignudo, e’ dicon ch’egli è pazzo:
I ragazzi gli gridan: vello, vello;
Chi gli fa pulce secche e chi lo morde, 135Traggongli sassi e fannogli il bordello.
Altri lo vuol legar con delle corde,
Come se l’uomo fosse una vitella: 138Guarda se le persone son balorde!
E se tu credi che questa sia bella,
E’ bisogna che in cielo al parer mio, 141Regni qualche pianeto o qualche stella.
Però se vuol così Domeneddio,
Che finalmente può far ciò che vuole, 144I’ son contento andar vestito anch’io.
E non ci starò a fare altre parole,
Andrommene anch’io dietro a questa voga; 147Ma Dio sa lui se me n’incresce e duole.
Ma ch’io sia per voler portar la Toga,
Come s’io fussi qualche Fariseo, 150O Rabbi, o Scriba o Archisinagoga,