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AVVERTIMENTO
Galileo consacrò assai più tempo a legger versi che a farne: tanto che non conosciamo che due soli componimenti poetici che veramente si possano dir suoi: il Capitolo in biasimo della Toga1, ed un Sonetto enigmatico, che Antonio Malatesti, cui
- ↑ In questo Capitolo Galileo mette in ridicolo la prammatica che astringeva i professori dello Studio Pisano a far uso della Toga, non solo leggendo in cattedra, ma ancora passeggiando per la città o visitando gli amici.
L’autenticità di questo componimento poetico, oltre la confessione che risulta dalla seguente terzina:
- . . . . io non son mica Ebreo,
- Sebbene e’ pare al nome ed al casato
- Ch’io sia disceso da qualche Giudeo;
Fu questo Capitolo pubblicato la prima volta, per quanto ci è noto, nella terza parte delle Opere Burlesche del Berni, edizione del 1723 colla falsa data di Firenze. Ivi, e nelle posteriori edizioni, è una lacuna, per supposta mancanza di qualche terzina, alla quale fu supplito dal Biscióni in un esemplare delle Opere del Berni, edizione di Londra, al presente (dice il Nelli, pag. 479, dal quale ricaviamo questa notizia) posseduto dal Signor Gaspero Kindt, dove si legge: «Non manca nulla, ma va corretto