Pagina:Opere complete di Galileo Galilei XV.djvu/21


AVVERTIMENTO



Mentre da noi si procedeva verso il compimento, ora alfine raggiunto, di questa laboriosa intrapresa, il chiarissimo signor Ottavio Gigli, nell’esame delle carte di Vincenzo Borghini, recentemente pervenute dalla privata Biblioteca Rinuccini alla pubblica Magliabechiana, si avvenne in queste due Lezioni di Galileo intorno l’inferno di Dante; le quali, senza por tempo in mezzo, fu sollecito di dare al pubblico, insieme ad altre inedite scritture intorno la Divina Commedia,1 premettendovi, in forma di lettera all’onorando Professore Emilio Santarelli, una dichiarazione di quanto importava sapersi intorno l’ignorato manoscritto, che per sua cura veniva prodotto in luce.

Per le ragioni che il progresso del discorso dimostrerà, non abbiamo stimato di dover riferire integralmente nè seguitar l’ordine tenuto dal signor Gigli nella informazione, che noi pure ci crediamo in obbligo di dare ai nostri lettori in occasione della presente ristampa; ma delle sue parole ci gioveremo ogni qualvolta e la materia il richiegga e le opinioni nostre sieno concordi, come là dove egli tocca dell’origine di questo scritto galileiano; dalla quale notizia ci è sembrato conveniente l’incominciare.

«Antonio Manetti (egli dice), lodato molto come geometra» nel suo secolo e dopo, fra le sue ingegnose investigazioni

  1. Studj sulla Divina Commedia di Galileo Galilei, Vincenzo Borghini ed altri; pubblicati per cura ed opera di Ottavio Gigli. Firenze, per Felice Le Monnier, 1855, un vol. in-12°.