Fibra l’impronta gagliardia conquide,
Se più del disonor cara ha la morte.
Ma chi il nome dei suoi padri svergogna, 1045E il giuramento marital tradisce
Volontaria e furtiva, e le impudenti
Membra all’obliquo adultero concede,
Quando pur sia costui bello e valente
Ed in tutto dell’altro assai migliore, 1050Turpe cosa diventa, ancor che adorna
Di giovinezza e di beltà risplenda:
Chè in aspetto leggiadro anima abjetta
Verro sannuto in ricco manto eguaglia.
Qual palude che infetti aliti spira 1055La disertano i suoi; per le frequenti
Piazze vien segno del plebeo motteggio,
Quando di nuove voluttadi in caccia
Muove incontro a’ garzoni, e co’ procaci
Lascivi occhi fa prede. Invan di ricche 1060Coltri d’Egitto i letti suoi ricovre;
Profuma invan di cinnami e di mirra
Il bel corpo impudico: entro il suo letto
Brulica il verme dell’infamia; pute
Fra le bianche sue mamme il disonore; 1065La dispregiano tutti, anche colui
Che porta de’ suoi baci umido il labbro.
Ma chi in grazia d’onor perde la vita,