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Parte prima, libro I

     Giunsi uno schietto favellar. Dell’uomo
     Metà è la lingua, altra metà n’è il core;
     Peso di carne e vana specie il resto.
     Uom che vince i perigli e n’esce illeso
     1020Volger si dee pietoso a chi soggiacque.
     Schiuder quindi un asilo ai morti amici
     Sia prima cura e pronta opera nostra.
     Indi ad altro vi esorto: entro la tenda
     Giace colei che dall’infame artiglio
     1025Di Colèiba fu tratta; ivi a donzella
     Mal s’addice restar presso a garzone,
     Sia discreto e gentil: troppo maligno
     Vibra il volgo la lingua, e non comprende
     Virtù che spregi ogni mortal riguardo;
     1030Pari, in oltre, a cristallo è onor di donna:
     Ogni fiato l’appanna. A lei s’appresti
     Dunque orrevole scorta, onde ognun veda
     Quanto il pudor di giovinetta io pregi,
     La qual, pria che a lascivi allettamenti,
     1035Porse al ferro omicida il debil fianco.
     Ignobil certo e miserevol cosa
     È femmina che il fior di sua bellezza
     Alla prima conceda, e fa sua scusa
     La natural fragilità: men forte
     1040Di viril braccio è il suo, ma in cor bennato
     Tal s’annida virtù che della bruta