Giunsi uno schietto favellar. Dell’uomo
Metà è la lingua, altra metà n’è il core;
Peso di carne e vana specie il resto.
Uom che vince i perigli e n’esce illeso 1020Volger si dee pietoso a chi soggiacque.
Schiuder quindi un asilo ai morti amici
Sia prima cura e pronta opera nostra.
Indi ad altro vi esorto: entro la tenda
Giace colei che dall’infame artiglio 1025Di Colèiba fu tratta; ivi a donzella
Mal s’addice restar presso a garzone,
Sia discreto e gentil: troppo maligno
Vibra il volgo la lingua, e non comprende
Virtù che spregi ogni mortal riguardo; 1030Pari, in oltre, a cristallo è onor di donna:
Ogni fiato l’appanna. A lei s’appresti
Dunque orrevole scorta, onde ognun veda
Quanto il pudor di giovinetta io pregi,
La qual, pria che a lascivi allettamenti, 1035Porse al ferro omicida il debil fianco.
Ignobil certo e miserevol cosa
È femmina che il fior di sua bellezza
Alla prima conceda, e fa sua scusa
La natural fragilità: men forte 1040Di viril braccio è il suo, ma in cor bennato
Tal s’annida virtù che della bruta