990L’ombre gittava, onde intristía la vita.
Dio la vide e la svelse. Al cielo or tende
Le travolte radici, e chiede invano
La pietà del mattin: tra le sue frondi
Striscia il verde ramarro; il velenoso 995Frutto della menzogna al Sol marcisce.
Poi che tacquero i vegli, e da ciascuno
Ebbe il senno di Dio lodi e preghiere,
Sciolse Chèdar la voce, e un suo consiglio
Dissigillo: Da poco tempo io cibo 1000L’almo frutto del suol, da poco attingo
Al fonte della vita, ultimi dunque
Suonar sul labbro mio devon gli accenti.
Nel campo della morte abbandonati
Lasceremo gli estinti? Il valoroso 1005Petto del prode pasceran le belve?
Gli occhi che sfolgorâr l’empio saranno
D’oscene strigi e d’avoltoj becchime?
Nessun, credo, il vorrà. Tolgansi i corpi
Allo strazio nefando, e nell’eterna 1010Casa di chi non vive abbian ricetto.
Giusto, o figlio, ragioni, a lui rispose
L’inclito genitore, e qual s’addice
A cui nacque da me, che mai dal dritto
Sentier della pietà l’orme non torsi, 1015E al prudente consiglio e al cor sereno