Precipita il celeste orbe, e confuso 965Con le fiamme e con l’acque si dissolve.
Dov’è Colèiba? Ei fu: sorse col vampo
Dell’orgoglio ai pianeti, e Dio lo sperse
Come nero vapor. Sotto i suoi passi
Pullulava il delitto; ardeagli in core 970Come pece la colpa; a mo’ di pane
Pascea l’iniquità, bevea qual vino
La violenza. Ma il Signor lo colse,
E alle reni il ferì. Lode al Signore!
Mentre così dicea, giunsero i capi 975Delle amiche tribù; giunse con essi
Pallido, ansante il genitor di Zilpa
E alla figlia volò. Pianse il canuto
Alla vista di lei, che a mala pena
Il fianco egro reggea, lenta volgendo 980Al generoso difensor le ciglia;
Parlò poscia così: Gloria al Signore
Che alle case di Giobbe ognor sorride,
E a te lode, o garzon, c’hai rotto il braccio
Dell’empietà, che svelto hai le radici 985Della pianta maligna, abbeverata
Del pianto della vedova e del sangue
Degli orfani traditi e dei pupilli.
Noderoso e robusto era il suo tronco,
Eran folti i suoi rami, ampie e funeste