Fuggite come antilopi e gazzelle, 810Voi che inciampo vi fate al mio cammin,
Ma venite al mio cor, venite, o belle:
Son dolci i baci miei più del mio vin.
Ei cantava così. Correan le amiche
Dagli agevoli amplessi a lui dintorno, 815Come ingannate lodole allo specchio;
Il fior della bellezza ei ne cogliea,
Ma dal regno dei facili diletti
Esulava il cor suo, d’altro già stanco,
All’intrepida Zilpa, anima altera 820Chiusa ad amor, di neri occhi profondi,
Di lunghe trecce e di sen colmo insigne.
Presso al paterno padiglion la vide
Un di l’irto Colèiba, e una ferina
Brama di lei gli divampò nel sangue. 825Còrso egli avea ladi’oneggiando il vasto
Paese, e ricco di furate spoglie,
Di vittoria e di strage ebbro, co’ suoi
Prodi tornava al suo montan coviglio,
Allor che amore, ebbrezza ultima, il colse. 830Alla tribù vicina era in quel giorno
Ito ai giudicj il genitor di Zilpa;
Fuggiti erano i servi all’improvviso
Apparir di Colèiba, ond’ella armata