Ei cantava così: Fonte è la morte
A cui tutti dobbiam bevere un dì;
Dell’ieri e del doman chiusa è la sorte 792Nella man di Colui che il mondo ordì.
Miserere, o possente: apri la mano;
Son giusto e pio, sono devoto a te;
Ma risponde il Signor: Taci, profano, 796Del solo istante io t’ho creato re.
E dell’istante sol viver vogl’io
Fra le belle, fra’ nappi e fra’ destrier;
Son devoto al Signor, son giusto e pio. 800Seguo la legge sua, voglio goder.
Chi sei tu ch’alla mia tenda t’appressi
Con l’orma incerta e con la fronte umíl?
Vieni, t’apro le braccia: hanno gli oppressi 804Pane al mio desco, e nel mio tetto asil.
Il serpe dell’orgoglio in cor t’annida?
Tendi insidie al mio gregge e al mio tesor?
M’invita a nozze chi a tenzon mi sfida; 808È vento del deserto il mio furor.