Nascono al cenno tuo da selce viva, 740Quante son le tribù, dodici fonti;
Piove manna vital provvido il cielo,
E tra nuvoli e lampi Iddio disceso
Là sul mistico Sina, alte alleanze
E nuova legge al popol suo concede. 745Così narrando protrae an la sera.
Ma di più lunga attesa impaziente
Sorse Zare tra’ primi, e poi che preso
Da’ parenti e dagli altri ebbe i commiati,
Tolta per man la sua vaga fanciulla 750Al profumato padiglion l’addusse,
Ove la madre li seguia con occhi
Di geloso dolor. Quivi tremante
Al talamo l’assunse, e con soave
Desiderata violenza e lunghi 755Baci e sospiri il primo fior ne colse.
Queste le nozze fùr del primonato
Figlio del giusto, che mutando i giorni
Fra l’opere e l’amor (poi ch’ozioso,
Ben che nuoti fra gli agi, amor languisce) 760Qual modesto ruscel ch’educa i fiori.
Placidamente discorrea la vita.
Ma simile a ruscel Chèdar non era.
Che d’anni a tutti a ni un di cor cedea
Tra’ figliuoli di Giobbe. Eran suoi giochi