Zibibbo offría dagli appassiti raspi;
Chi in viminei canestri il lavorato 715Candido frutto delle bionde ariste
Dispensava solerte; altra alle mani,
Ch’unte lucean delle gustate carni,
In argenteo bacil porgea lavacri;
Altra in giro mescea purpurei nappi, 720Onde l’allegro favellar si desta.
Quando pago in tal guisa, oltre l’usato,
Ebbero il naturale estro del ventre,
Parte uscîro al sereno, interrogando
Gli astri con gli occhi, e i tardi echi col canto, 725Parte dattorno a’ più canuti assisi
Al grato novellar dieder l’orecchio.
L’audace impresa del pastor di Levi
Molta offriva a quei giorni èsca a’ discorsi.
Muti, intenti pendean tutti dal labbro 730Del Temanita narrator, che l’ira
Dell’incostante faraon dicea,
Mentre il popol tenace ai padiglioni
Del promesso Isdrael facea ritorno;
E ben la guida e il redentor tu n’eri, 735O salvato dall’acque. Al tuo passaggio
Si dividon le rosse onde, e, pareti
Fatte a’ due fianchi, all’inseguita gente
Schiudon la via per gli arenosi abissi.