Elifàz Temanita e quel di Sua
E Sòfare di Nama, alme pietose
E d’ogni umana sapienza istrutte; 690Là con lo sposo i giovani convivi,
Più che a cibo, ad amor volgean la mente.
Riserbato alle donne era il geloso
Penetral della tenda, ove alla sposa
Odorata facean varia corona. 695Sulle candide mense in doppia fila
Scintillavano i vasi aurei alla fiamma
Delle tremule rèsine, che larga
Versavano odorosa onda di luce;
Copíose fumavano le dapi 700Entro a lanci d’argento, opera insigne
Di babelico mastro; e dove gli occhi
Seducean queste col gentil lavoro.
Provocavano l’altre con acuti
Cinnami assiri il desioso olfato. 705Come fra le tranquille acque d’un lago,
S’uom s’accosti alla riva, agili vede
D’ogni parte sguizzar le rosee trote,
Così leste qua e là movean le brune
Succinte ancelle a’ muti cenni intese: 710E chi in leggiere ciotole porgea
Misto a fragrante miel tiepido latte;
Quale il nettareo dattero e il soave