Che val, se al lato mio figga il suo cuneo
D’adamante la sorte? Io non son più.
Mio, da che balenar bello e terribile 36Vidi il tuo volto, e mi dicesti: In su!
Del piccioletto mio dolor la fievole
Voce spargere al vano aer che val,
Se, o terra, o vita, o gran Tutto, il tuo spasimo 40Ulula per la vasta ombra feral?
Tu vivi, o eterna, o senza nome; affidasi
All’onde tue l’impavido Pensier.
La vela a’ venti, il remo al pugno, il vigile 44Sguardo alla paurosa alba del ver;
E voga, e canta: «Ebbro di te, su’ lividi
Flutti balzo io tuo figlio e tuo signor
E nelle fauci de’ tuoi mostri onnívori 48Sola ricchezza mia gitto l’amor.
Mutansi i mostri al novo cibo, e levansi
Quali raggianti arcangeli dal mar;
E fra le immensità cerule, simile 52Ad igneo sole, la Giustizia appar.