Fêr plauso tutti; e poi ch’ebber le membra
Con fragranti lustrali acque deterse,
S’avviâr con pensoso animo al monte.
Ivi ardeano gli altari, ivi col nardo 665Il cinnamo spargea miti profumi,
Ivi dal prezioso albero inciso
Lacrimava la mirra, ed ai vivaci
Fochi mutati in pingue nube lenta
Vaporavano al ciel gli arabi incensi. 670Là s’accolser gli austeri; e allor che sparse
Furon le offerte e il puro olio versato
Sovra il sacro piliere, una alle preci
Sorse delle scannate ostie il muggito,
Ed in caldi rigagnoli spumanti 675Fra’ piè non schivi serpeggiava il sangue.
Poi che fornite le preghiere, e il rito
Con solenni olocausti ebber perfetto,
Rividero le tende. Il Sol cadea
Caliginoso all’eritrea marina, 680Porporeggiavan tra viole ed oro
Le lontane de’ monti ispide cime,
Quando il più ricco padiglion di Giobbe
Ai folti commensali ampio s’apría.
S’accoccolâr sui morbidi tappeti 685Intrecciando le gambe; e qui i severi
Vegli sedean col Patriarca, e primi