Trottan quai lupi, volteggiali com’aquile,
Rinculan come tigri, si raggricchiano,
E poi si slancian come frecce all’aure: 560Aguzzano gli orecchi, i colli tendono,
Rizzan le code fluttuanti a zefiri.
Come serpenti a fior di terra allungansi.
Urlano i cavalier, schizzano i ciottoli
Sotto le zampe de’ frementi alípedi, 565Che si dispergon come stuol di passeri,
Si radunan, s’accodano e d’un subito
Tutti fermansi. Il suol trema, la polvere
Al Sol rosea si sparge, al vento turbina;
Su pe’ lubrici dorsi il sudor scivola, 570O in densi fiocchi si rapprende agli agili
Femori e al collo e a le nervose gambe;
Pari a mantici i fianchi ansali; le flammee
Froge balzano, i grandi occhi scintillano,
Mentre qual gorgoglio d’acqua bollente 575Con interrotti fremiti nitriscono.
Ammirano gli astanti; immoti, attoniti
Stanno i fanciulli; dentro il cor sospirano
Le giovinette. Ma fra lor che innanzi
Muovon giostrando non è Zare: ei viene 580Sovra bardato dromedario a fianco
De la bella consorte: ognun li addita,
Ognuno avido in lor figge gli sguardi.