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Parte prima, libro I 31

     505Sulla fulva pianura, e un turbinoso
     Nugol di polve al candido orizzonte
     Annunzïò la carovana. In cima
     D’un’aerea terrazza erasi accolta
     La famiglia di Giobbe; e, fatto schermo
     510d’un ramo o del manto o della destra
     Fra gli occhi e il Sol, verso quel punto ognuno
     Tendea con curioso atto lo sguardo.
     V’era il buon Patriarca e a lui daccanto
     La placata consorte; custodite
     515Nelle semplici stole eranvi anch’esse
     Le sue vergini figlie: Isca la bella
     Da’ languid’occhi, la vezzosa Dina
     Desio d’ardenti giovinetti, e Lia
     Dall’ingenuo sorriso: intemerati
     520Garzuolini pareano, onde fra poco
     Biondeggeranno al caldo aer le frutta.
     Nereggiavano i lunghi occhi tra mezzo
     A’ bianchissimi pepli, e qualche bruna
     Ciocca furtiva, il rigido divieto
     525Del pettine infrangendo, all’aria uscia.
     Quasi orgogliosa dei riflessi azzurri
     Che, altero amante, concedeale il sole.
     Pispigliavan ristrette in fra di loro
     Le guardinghe fanciulle; e se talora,
     530Pavido accusator d’un detto audace,