Più che ricche sostanze e onor di padri
Un bel sembiante femminil lo adesca;
Nè il condanno però: sovrano impero 430Sull’animo bennato ha la bellezza;
Ma quando in dolci parolette accorte
E in modi onesti anima impura asconde
superba o loquace, allor dannoso
Torna della beltà l’inclito aspetto. 435Se poi t’avvieni in tal che in belle membra
Mansueta ed onesta indole accolga,
Quando pur sia tapina, in due consigli
Titubar pigro e calcolar non devi:
Toglila tosto, perocchè pudica 440Sposa è tesoro che ne manda il cielo,
Ed è felice ognor chi la possiede.
Commosso a cotal dir, poi che sì fatta
La sua bella Sebita egli tenea,
S’abbandonò fra le paterne braccia 445Il giovane in quel punto, e: Benedetto,
Lacrimando dicea, tu mi sollevi
Dalla mestizia il cor. Tale, mel credi,
È la fanciulla mia com’or dicesti,
E s’io deggia da lei viver diviso, 450Tristi, o padre, saran sempre i miei giorni.
Motto non fece a tal parlar, ma torse
Le spalle Oleila, e velò meglio il viso.