Soffron che un’altra donna entri in lor vece
Nei domestici studj, e a loro usurpi,
Così dicono infatti, il cor d’un figlio.
Ma indulgente la donna esser pur deve 405Più che l’uomo non sia, nè dir parola
Che renda ingrato un utile consiglio:
Poi che rampogna immeritata, amara
Punge così dei giovani la mente.
Che spesso ad operar ciò che non lice 410E che mai non farían, tratti a ragione
Da un buon consiglio, sempre più li aizza.
Agevole a trattar, più che non credi,
È un giovin cor, sol che mostrar tu sappi
Di secondarlo con benigna cura, 415Quand’ei prima d’amor sente la forza,
Consigliarlo con arte, insinuargli
Ciò che torni a suo prò, fargli con saggi
Detti avvisar che il proprio danno ordisce.
Ma se tu con irosa alma lo affronti, 420E come abietto e reo schiavo il garrisci.
Si rivolta ad un punto, e tuo malgrado.
Pur che dei suoi destini arbitro appaia,
Quand’anco il veda, al precipizio corre.
Generoso, oltre a ciò, ma intempestivo 425È il cor dei giovinetti, e il men che guardi
È al dì futuro, a cui l’uom fatto intende.