Bello è il mondo, ma bello anche il mio core:
Come il sole il mio cor di fiamme è pien:
Resti il sole ed il mondo ara al Signore, 301Regno ed ara all’amor solo il mio sen.
Così lieta cantando, il colmo aggiunse
D’un sabbioso poggiuol, che sotto il passo
Della fanciulla instabile fuggia, 305Molt’arena cocente a lei versando
Nel povero calzar. Quinci pel vasto
Piano girò il raggiante occhio, s’accorse
Del mal adatto padiglion paterno,
E, piombando dal ciel roseo dei sogni, 310Della sua povertà molto le increbbe.
Triste e con lento piè, contro l’usato,
Rediva intanto ai sontuosi alberghi
L’innamorato giovinetto; all’ombra
D’una palma s’assise, e con la punta 315D’un virgulto smovendo i piccioletti
Ciottoli grigi e disegnando un nome,
Spazj infiniti col pensier correa.
Il venerando genitor lo scorse
In quel non consueto atto pensoso, 320E fattosi non visto a lui da presso,
E posandogli all’omero la palma,
Così con dolce piglio a dir gli prende: