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Parte prima, libro I 23

Bello è il mondo, ma bello anche il mio core:
     Come il sole il mio cor di fiamme è pien:
     Resti il sole ed il mondo ara al Signore,
     301Regno ed ara all’amor solo il mio sen.

Così lieta cantando, il colmo aggiunse
     D’un sabbioso poggiuol, che sotto il passo
     Della fanciulla instabile fuggia,
     305Molt’arena cocente a lei versando
     Nel povero calzar. Quinci pel vasto
     Piano girò il raggiante occhio, s’accorse
     Del mal adatto padiglion paterno,
     E, piombando dal ciel roseo dei sogni,
     310Della sua povertà molto le increbbe.
Triste e con lento piè, contro l’usato,
     Rediva intanto ai sontuosi alberghi
     L’innamorato giovinetto; all’ombra
     D’una palma s’assise, e con la punta
     315D’un virgulto smovendo i piccioletti
     Ciottoli grigi e disegnando un nome,
     Spazj infiniti col pensier correa.
     Il venerando genitor lo scorse
     In quel non consueto atto pensoso,
     320E fattosi non visto a lui da presso,
     E posandogli all’omero la palma,
     Così con dolce piglio a dir gli prende: