Ma la secura obbedienza un corpo
Facea di tanti, a cui con pio governo
Giobbe era il capo, il sacerdote, il padre.
Cinque al culto dei campi erano intesi 175Dei figliuoli di lui, gli altri alle cacce.
Miti, agevoli quelli avean costumi,
Che benigna è la terra, e cui la cole
Devotamente e fida a lei la vita
Dà di fiori e di frutti aurea mercede 180E con fibra robusta alma tranquilla.
Reddian le sere affaticati al bacio
Della sedula madre, e agli altri avanti
Zare, il frutto primier dell’amoroso
Nodo di Giobbe con Oleila bella. 185Cui vergine ei condusse e ben dotata
Di camelli e di terre al patrio tetto:
Anzi agli altri venia, poi che la casa
Dopo il lavor dei campi eragli accetta
Più ch’errori notturni e immaginosi 190Canti d’amore e interrogar di stelle.
Di che l’Arabo adusto ognor si piacque.
Più che ospizio, a lui tempio era la casa.
Ove al suo desioso occhio fioriva
La modesta consorte, una pietosa 195Figlia di Seba dall’ingenuo core.
Solo da poche lune egli l’avea