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18 Il Giobbe

     Ma la secura obbedienza un corpo
     Facea di tanti, a cui con pio governo
     Giobbe era il capo, il sacerdote, il padre.
     Cinque al culto dei campi erano intesi
     175Dei figliuoli di lui, gli altri alle cacce.
     Miti, agevoli quelli avean costumi,
     Che benigna è la terra, e cui la cole
     Devotamente e fida a lei la vita
     Dà di fiori e di frutti aurea mercede
     180E con fibra robusta alma tranquilla.
     Reddian le sere affaticati al bacio
     Della sedula madre, e agli altri avanti
     Zare, il frutto primier dell’amoroso
     Nodo di Giobbe con Oleila bella.
     185Cui vergine ei condusse e ben dotata
     Di camelli e di terre al patrio tetto:
     Anzi agli altri venia, poi che la casa
     Dopo il lavor dei campi eragli accetta
     Più ch’errori notturni e immaginosi
     190Canti d’amore e interrogar di stelle.
     Di che l’Arabo adusto ognor si piacque.
     Più che ospizio, a lui tempio era la casa.
     Ove al suo desioso occhio fioriva
     La modesta consorte, una pietosa
     195Figlia di Seba dall’ingenuo core.
     Solo da poche lune egli l’avea