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15Di sorridermi ancor, tanto ch'io possa
In questa età che d’alti carmi è schiva
Fornir la faticosa opra che imprendo
Non per sete di gloria o di fortuna,
Anzi per culto della tua bellezza,
20Divina arte dei padri, a cui dimanda
Alcun chiaro ornamento il verso onesto.
La grazia del Signor piovea sul capo
Di Giobbe Usita. Fra’ deserti immensi,
Onde nome ha l'Arabia, al ciel fioría
25La sua tribù, come un’oàsi, e Orebbe
L’era termine quindi, e quinci il mare.
Ben fondate ed eccelse, oltre l’usanza,
Biancheggiavano al dì l’ampie sue case,
Che di ceppi, d’argille e di bitume
30Con babilonic’arte eran costrutte;
Non avare sedeano e taciturne
Su rugginosi cardini le porte,
Ma frequente schiudeansi ai peregrini,
Sì che niun mormorando ívane escluso,
35Niun, che accolto ne fosse, umile il capo
O mesto il core a riportar mai n’ebbe.
Grande innanzi alle case apriasi in quadro
Un’adatta spianata, e ad essa in centro
Due cavate nel masso ardue cisterne
40Sorgean tanto dal suol, che a mezza vita