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IV.

I ràpidi ma fedelìssimi cenni che abbiamo fatto precèdere, basteranno a mostrare quanta e quale parte di follìa si presentasse al concorso pel monumento al Re Galantuomo.

Dicendo questo, non intendiamo affatto di dire che gli autori dei progetti da noi esaminati sieno interamente pazzi. Quì non si parla che di mattòidi. Nessuno tra essi noi conosciamo neppure di vista, e ben volentieri ammettiamo, siamo anzi di ciò convintìssimi, che la più parte (salvo in questo «tic» dei progetti sconclusionati) possegga, in tutto il restante, il migliore suo senno, di cui può dar prove quotidiane e nel maneggio delle cose domèstiche e nei consigli agli amici e nelle consulte perfino del proprio paese. La intelligenza dell'uomo è infatti da paragonarsi — generalmente parlando — ad un appartamento composto di molte stanze, non ad un ùnico camerone. Pare anzi che più aumenti il patrimonio delle idèe, più si moltìplichino le diverse cellette destinate ad accòglierle: nulla quindi di strano se la mobiglia di qualche nostro locale si trovi tutta sossopra, pur mantenendosi il resto dell'appartamento in perfetto òrdine.

Aprile, 1882.

POSTILLE