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questo òrdine terzo egli vuol collocate anche otto àquile con in testa la corona di ferro, àquile le quali raffigurano i comitati promotori della unificazione italiana, e tengono, coi varii Stati, rappresentati dalle 8 colonne, una fila di discorsetti che lèggonsi incisi su alcuni scudi.
Or ecco qualche campione di tali discorsi: L'aquila dice allo Stato Romano: dal cielo sul tuo capo questa corona pende. Ed il papa: non pòssumus. L'aquila va, allora a Modena e dice: ti voglio regalare questa corona. E Modena: la mia è più dura della tua. Va a Parma e: darài — gli dice — l'occhio diritto per questo emblema — e Parma risponde: anche il secondo, ecc.
Detto ciò, l'aquila vien trasformata in Àngiolo fulminatore portante ciascuno (sic) un vessillo di guerra, il quale in modi imperiativi conferisce così col Ragno di mare: a Roma terrìbilis est locus istae; e l'Àngiolo risponde: e la morale? A Milano: non cederò un memetro (sic) e l'Àngiolo risponde: cederài lo Stato... A Torino in ùltimo: io chi sono? e l'Angiolo: molto bene!... ecc.
Per completar l'òrdine, o per meglio dire, il disòrdine, vèggonsi infine attaccate alle colonne otto farfalle che rappresèntano le diramazioni dei comitati segreti.
Ascendiamo all'ordine quarto. Quest'ordine simboleggia l'unione italiana. Sicchè è foggiato come il terzo (che rappresenta la disunione) salvochè le catene che legàvano le colonne sono spezzate. Anche quì vediamo le statue egiziane del piano inferiore, decorata però della Corona d'Italia, e le àquile, gli àngioli e le farfalle, cui si aggiùngono viti ed ananassi per significare l'abbondanza e la squisitezza del giòvine Regno.
E così, arrivati al quinto òrdine, troviamo l'espressione della civiltà italiana, dinotata dalle sòlite otto colonne, le quali però, questa volta, pòrtano