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oi di fermare la sua attenzione — màssime per quanto riguarda la forma, i sìmboli e il commento che li costituìscono — sovra i progetti più spiccatamente mattòidi che or passeremo in rassegna.

Il primo posto va serbato alla scienza. Essa è rappresentata dal n. 86 (Ove speme di gloria agli animosi — intelletti rifulga ed all'Italia — quinci trarrem gli auspici) cioè da un professore di matemàtica nel R. Licèo Virgilio di Màntova, certo dott. Giuseppe Tezza. I monumenti destinati a vivere i sècoli — scrive egli — dèbbono essere robusti, grandiosi per mole, sorprendenti per l'ordine. Per conseguenza, il suo monumento è d'òrdine toscano benchè possa èssere effettuato anche in qualsìasi altro òrdine. Si compone di una colonna attorniata da quattro obelischi, da quattro scalinate, e da quattro triàngoli circondati, ciascuno, da dòdici agugliette; in complesso, quarant'otto per qualità. Tutto spira matemàtica e simetrìa. Sulle agugliette poggeranno i busti, sulle colonnine le statue dei grandi italiani. Sei statue però saranno solamente precarie, con riserva di mutarle in perpetue alla morte delle illustrazioni che rappresèntano, (come Sella, Mamiani ed altri da destinarsi) qualora si troveranno degne di salire sul piedistallo. Si vede che il purus mathemàticus intèrpreta alla lèttera i translati poètici. Per timore poi che qualche bell'umore prenda quella sua gagliarda concezione per quel che sembra, ossia per un giuoco di birilli, e vi faccia occasionalmente alle palle, il prof. Tezza si dà premura di osservare che, se il monumento non sarà guardato da costanti sentinelle, dovrà èsser protetto da una grande cancellata di ferro.

[Illustrazione: Ove