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Non Voi — amico LOMBROSO — ma molti di quelli egregi signori che scrìvon giornali, cioè libri che hanno la vita di un giorno, e parecchi di quelli, non meno egregi, che scrìvono libri senza affatto vita perchè senza lettori; soffermàndosi al tìtolo del presente studio, lo incolperanno d'inattualità, e però, senza lèggerlo manco, lo porranno tra i letti ossìa tra i dimenticati.

Che dirò loro? Un anno e mezzo aspettài che qualcuno, per dir così, del mestiere, compiesse il lavoro che io ho quì, solo da orecchiante, adombrato. Ma inutilmente aspettài. Pochi avvertìrono, nessuno dei crìtici nostri si occupò del contingente enorme che il cretinismo e la pazzìa, hanno dato al primo concorso pel monumento al defunto Sovrano.

Io non appresi mai scienze mèdiche, e nemmeno insegnài, in alcuna Università, nè a disposizione de' mièi sperimenti psichiàtrici tengo alcun manicomio, salvo quello dei libri. A rigore quindi di etichetta professionale, non apparterrèbbesi a mè