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notizia bibliografica.


Il 10 maggio 1887 uscivano: Amori di Carlo Dossi, Dumolard, Milano, Editori, in numero di seicento copie, a lire quattro ciascuna, carta giapponese. Li aveva stampati lo Stabilimento tipografico italiano di Roma diretto da Luigi Perelli; — la copertina nera ed opaca, disegnata con squisita originalità dal temerario ingegno del Conconi, portava una gialla ed appassionata mimosa pudica come emblema, riprodotta dal Vivano di Roma e dal Turati e Lombardi di Milano; — l’opuscolo veniva rilegato con rossi punti di seta dal Chione di Roma. Contenuto e contenente rappresentavano una personalissima e perfetta opera d’arte.

L’Araldo di Como del tempo c’informava con cenni curiosi ed interessanti sulla tecnica e la fabricazione.

“Il libretto consta di 126 pagine in-16, che danno uno spessore di 4 millimetri e mezzo; il peso del volumetto è di 35 grammi tanta ne è la leggerezza. Si noti che i 36 fogli sono doppi, cioè stampati da una parte sola, lasciando bianca la volta, perchè la somma sottigliezza loro non permette l’impressione dalla parte opposta: così, per formare una pagina, ne occorsero due tra loro unite nel labbro laterale. — Abbiamo voluto pesare un volumetto di carta sottile a macchina, dell’identico formato e di egual numero di pagine dell’edizione Dumolard; ci ha dato il peso di 82 grammi, cioè più del doppio del peso dell’altro.„

Veramente, codesta non fu la prima prova del genere, se un comasco, in sul principio del secolo XIX, studiò il modo di cavar carta dalla foglia del gelso, e diedene allora un saggio di libro stampato. — Amori, invece, sono impressi sopra il prodotto che, secondo un consigliere di legazione nipponica a Roma, Suh Kohey, si chiama Onsuyo - carta sottile, estratto da una scorza di pianta giapponese, la brussonetia papyrifera, gelso coltivato ad hoc nell’estremo oriente. Sono dunque Amori descritti su ali di farfalla; amori a volo, che si librano e si rincorrono dal cielo alla terra; di fatti scalano i capitoli e discendono per le nubi delli astri del cielo platonico e si nominano cieli.

Amori ai sette cieli li divulgò un articolo lungo e profondo di Felice Cameroni, il quale fu in parte il profeta, poi in tutto, l’apostolo di quell’opuscolo, dalla Gazzetta di Mantova all’Italia di Milano - da Il Sole, a La Valtellina. Ed essi sono le antitesi di Desinenza in A, quasi la penitenza e l’espiazione.

La presente edizione aggiunge un passo inedito al “Secondo Cielo„ — ed un capitolo intiero e nuovo: Sempre in Terra, Tea, tra “Ancora in Terra„ e Di nuovo al Cielo„.

G. P. L.