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ossi. 5

m L ALTRIERI Che fasi idiose, pesanti due ore ! Ghioldi, il quale, ciò che noi vedemmo, avèa egli pure vislo e ne sospettava il doppio, cercava inutilmente di dissimulare la sua emozione ; oliò il libro I rema vagli fra le mani e la lingua gli si storceva ad una folla lalo di abbagli.... di grossi abbagli, che, se noi fossimo stati nelle condizioni sòlite, ce ne saremmo preso il più malto spasso del mondo. Ma — anelli* noi — ci sentivamo indisposti ; il nostro ànimo era del pari mortificalo ; JU*tto, rammazza-sette- storpia-quattòrdici, non gonfiava nessuno ; Ciapino stàvasi mogio ; JJobi, ingrugnalello.... insomma, un così perfetto silenzio all’reddava la scuola che, benìssimo, si udiva trailo Iralto il malizioso scricchiare e stropicciar delle palmi* di quello sguercio d Izar e più ancora distintamente ci venne — tuttoché barbugliala la tìmida voce di Rico Guinìgi della classe prima (1111 piccinino vestito alla Scozzese, con ghette e gambuccie nude, che bubbolava sempre pel freddo (piando, mettendo il suo grazioso visetto nelfàula, disse: — Signov maestvo. il divellove la vuole. Come impallidì Ghioldi airannimcio ! Die’ intorno intorno una sbigottita occhiala, poi, botlo- nàndosi convulsamente, uscì. Clic avvenne allora tra il Proverbio e lui ? Giustamente no’l sòppimo mai. non lo sòppi- 1110 quantunque di noi, due su. confessiamolo.... io e Reco Grimaldi il figlio dcH’ofTcllajo codiassimo il dimandato, non arrestandoci clic a faccia di ròvere. E là usciolammo. Non ci giungèvan che suoni : avrèbbero pollilo dir tutto come le campane. Proprio — in sul principio — il colloquio pareva tranquillo ; pareva che la posata voce