Pagina:Opere (Dossi) I.djvu/86


Panche di scuola 55

se era il bellissimo dell'intero qollegio (grandi occhi azzurri, colorito di mela appiuola, dal velluto di pesca) era anche il più disùtile, il più fracassoso.... Fra noi, in verità, egli non si chiamava Girelli, nome della madre di lui, sibbenc Pochetti ; come tuttavìa il nòbile dei due sembrava il primo — chè la mamma, trinciando capriole (ino, perchè ridi, zio Cecco ?) metteva insieme migliaja di auree piastricine — così glie- fallibbiàvano colla spruzzagli» di sagrestìa. Ed è per mamma che il nostro Ciapino teneva nelle gambette l’argento vivo: la smania di di- mergolare i chiodi dai panelli e di cifrare i colli alle camicie de’ suoi condiscépoli, per chi, 11011 so.... Ciapino vinceva, con le diavolerìe, in è e lutti ; a lui importava un càvolo l’esprimere le proprie opinioni a voce alla in iscuola, il russarvi, il regalare ai compagni, presente il direttore stesso, bolle e spettinature. Quanto peraltro a’ suoi studi, non ne era al corrente ; sapeva di far la terza — niente di più. E, ve’, che caràttere ! Se al mio primo impancarmi, egli scrivèvami il seguente viglietto : Tu ! — ’ Sta mezzanotte, io (che sono il mago) ti verrò a prèndere col forcone ; li chiuderò in capponaja, li farò venir grasso, poi ti butterò in un caldaro — e ti mangerò....» il (piale viglietto mi diè’ qualche apprensione, due giorni dopo, conf io andava in cerca di una penna d*acciajo, egli, senza méttervi su nè sale uè olio, mi rovesciò dinanzi lo scalolino di Goro Sàilcr il diligente, giurandosi per mio amicone e, in prova di questo — nè mollo stette — picchiò ben bene Pino Lamberti, che, motteggiando sulla mia confusa scrittura, dicèvala : brughiera di Gallarate. 5