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Panche di scuola 53

valzando o polcando in una soffocante saletta, di divori irci ; elio fà dindonar le cani[)ane e boaro i Tcdcum poi colossali assassinii ; elio.... ma lacianio ! — ribadiva (ìhioldi sulla sua sedia rovi nio, gli chiudeva a lucchetto le labbra : l’èssere sempre stato posposto al gatto di casa fino da (piando, ragazzo, cadeva allumato, in làgrime, ina non osava allungare la mano alla panaltiora, toglièvagli ogni speranza elio si mutasse un giorno por lui il tristo scenario.... Poi bisogna notare, sottosognarlo — Ghioldi si era famigliarizzalo alla propria soffitta e, per un uomo olio non conosco un parente, che non incontrò mai un amico, che non ha tampoco amorosa, conta molto la càmera. Vvròbbegli sofferto l’ànimo di vedere diversamente accomodali gli oggetti che la disabbrullìvano ? oggetti, raccolti uno por uno, dopo lunga bramosia, lenti sparagni, o una pazienza da scultore di nòccioli? No, no, cari mici. Là almeno, fuori dall’abbaino a mezzogiorno, veniva su allegro il bel o geranio purpureo da lui allevalo ; là infine, quando egli più non- reggeva, senza farsi scòrgere, al martello della passiono, (piando gli si gonfiava la strozza, poteva — con un giro di chiave — divìdersi dal nemico mondacelo. E allora tasteggiava un’affannosa armònica. Dalla sua spalla intanto, una tórtora calTò-e-latte, dal collare nerissimo^ pasceva in lui i*li oeehiettini. Tuttavìa, la è curiosa come — a mondarla la maggior parte do’ tormentatori di Ghioldi, cioè i ragazzi, non la si trovasse proprio cattiva. Guardale, a 1110’ (l'esempio, Bobi Carletti, un segaligno ai par di mi chiodo di garòfano, ‘lairintolligonte grillare dell occhio, con una capigliatura, come la zucca, indomàbile. Bobi, è vero, ammattiva il malscgnato maestro, gli gua¬