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Lisa 31

citazione nervosa — vuoi che ti conti una istoria? una storia.... bella, lunga, di maghi? Di’, vuoi de’ quattro figli di Aimone, vuoi de’ tre pomi confusi... .del diàvol d’argento, di Goga e Magoga, eh? vuoi? di’ su, Guido, di’.... —

Io non intendeva di scégliere; tampoco di udire.

Ed ella:

— Bene, la storia delle tre melarancio d’oro — seguì convulsamente. — Ve l’ho già.... Te la dissi, credo, altra volta.... La ricorderài forse.... È quella del principino che mise al lotto.... cioè, no.... io la scambio.... questa è Dorotea». È quella del regalo della fata bianca, dell’incantamento dell’aqua che balla — e pausò.

Giusto.... proprio.... làh! cominciamo....

«C’era.... c’era dunque una volta....»

Ma, in quella, staccale note di un canto, lontan lontano, flèbile, senza speranza, ondèggiano — note che una buffata, curvando le alte leste de’ pioppi, ci apporta. Un brisciamento mi corse; rimàsero le tre melarancie nel loro cestino.

E Nencia scattava in piedi: le sue labbra tremàvano.

— Torniamo — barbugliò essa — torniamo a casa. Qui v’ha tal guazza! (non una stilla, notate) su! Guido — e la mi preso la mano.

Già tutto — riposàtosi il vento — taceva.

Il cancello era aperto: la prima cosa ch’io scòrsi fu la finestra di Gìa — aperta; l’odore che mi colpì, un leppo di arsi cerei. Ed ecco, entrare anche il marchese, instivalato, con gli speroni — mentre al muro di cinta, sul limitar della porta, sparso di rose sfogliate, fermàvansi, si aggruppàvano de’ contadini.... fra gli altri,