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De consolatione pliiloso'pliifE „ 355 alla tua letteraria coscienza, avresti tutta la vita, per dir cosi, loschcfjyiato, di le insoddisfattissimo. Chi non procede per una sola via, di nessuna va a capo : chi l’arco non tende del proprio intelletto ad un ùnico scopo, nulla colpisce. Ringrazia dunque la provvidenza, che per l’utile prova del duolo ti riconduce alla felicità. I tuoi libri li lian perdonalo e li attèndono. pronti a riaprirli i loro tesori, a lasciarsi ancor lèggere, fra linea e linea e nei màrgini, i riposti veri. Quali ore, quali giorni di voluttà con quéi tuoi vecchi compagni ! Eccoti allo scrillojo, fatto un sol corpo con esso, immèmore delle immondissime carni, palla galeotta dell'ànima, immèmore di quel bagno penale che chiamasi il mondo — èccoli, nell’abbraccio fecondo con un allro cervello, generando idèe da idèe, conquistando terreno sull’avvenire — aggiungendo nuovi pinoli alla infinita scala vèr Dio.... li già il singulto di Arrigo taceva e trion- fàvagli la pupilla. Filosofìa tanto invocala gli slava seduta sulle ginocchia e reclinava la testa contro le spalle di lui. Quand’ecco, il dottore. La sua faccia da lunga crasi fatta tonda. Stupirono l’uno deH’altro. — Salva ! — esclamò con voce commossa il dottore. — Davvero ? — fe’ Arrigo. La voce d’Arrigo scrocchiò. Era gioia ? Quà coi vostri lambicchi, chimici dei sen