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324 GOCCI E D’INCHIOSTRO — Mamma — sorride. — Già.... mamma — molleggia Camillo La gióvane arrossa. — Su, poltronona — segu’egli raddoppiando il baciozzo — siani di viaggio, sai.... — Ma Claudia non si move: continua a fisarc d’un'aria lànguida lo sposo. — Il Timi si parte alle olio — egli osserva. — E si sta sì bene qui — mormora la gióvane. — Orlo — appoggia Camillo — ma quanta più poesìa in mezzo alle onde ! Imàgina un po’ noi due, a prora, mentre il vascello sega.... sotto un cielo stellalo.... il plàcido seno di Teli, o pure, allorché mugliando sopra il mar vii il greggio bianco, noi due a braccio, almanaccando.... — Et cwtera — incastra la sposa. — Poi, pensa ai magnìfici luoghi, alle romanzesche avventure che incontreremo. Qui, io mi vedo, passalo un rovente piano di sabbisi, battendocela dinanzi al Simoon, bellamente attendali in una freschissima òasi, con le noslri* guide color di caviale, i nostri camelli, e intenti io e tu, a imperare sulla gratìcola costo- lettine di lione o di ligre ; là, io mi trovo nelle montagne del Giurgiura, le gambe incrociale su una sluoja pungente, faccia a faccia con uno cheik dei Cabili barbone bianco.... quel vecchio Abu-Hassan-Mohained, il quale ci offre un grazioso pranzo.... —"I)i cavallette — finisce Claudia. — E pensa anche ai nostri nomi intrecciali, da scarpellare sopra le statue di re Meni nòne, a fianco di quello di Sua Maestà l'imperatore Caracalla ! E pensa alla vista delle piràmidi, di que* tre colossi, dall’alto dei quali quaranta sècoli e mezzo ci contempleranno e al basso di