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Viaggio fri nozze 321 perche il puzzo sgradiva al suo caro cagnotto, un mostrino che, insciallalo, dormìvalc in grembo. Di più ; coinè a Claudia scappava di bocca il nome dell’albergo cui èrano indirizzati a Genova : — Ben ! vegno anca mi — inchiodò il vecchietto — no xc vero, Bela ? — SI, sì — ribadì il donnone. — E se gava- renio — aggiunse — el piaser de magnar un boccoli assieme. — Perciò noi vedemmo le due coppie, l’ima dopo l'ultra, smontare dal medésimo òmnibus nel li rumi Hotel de Russie c, ora, le seguitiamo ad un tempo fino allo scalone. — Una càmera, signori ? — ivi domanda il maggiordomo ai concittadini della zuca barnea. Nò, nò — risponde il sior Anzolo — dò.... Almanco la note.... Ostia ! — Il maggiordomo porge ad un servitore un pajo di chiavi. E le signorie loro — chiede ai nostri sposini — due stanze ? Credo ce ne basterà una — fà con un sorriso Camillo. — È vero, Claudia? — Ma in quella, una voce grossa, come infreddata : — Gh’ò u sciù cavaliò Dc-Yianu ? ' — Io.... — dice Camillo volgòndosi. Il marituìjo, dopo una loccatina di cappello : sciù, ni’lian madào a pigià i baili.... Di-Viano: Ah ! bene. Aspetta. Tu Claudia — dice e sogguarda i due carini compagni di viaggio, che sono quasi al ripiano — intanto ch’io me la intendo.... solo quattro parole.... per i bauli, dovresti sceglier la càmera, dovresti ingegnarti a prepararmi una bella cenetta.... Se tu per altro la preferisci ordinare coi Bra- gadier.;.. Dossi.