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Viaggio di nozze 817 nella lor ciccia, lui essa, su 11 braccio, reggeva un brullo King-dliurles dagli occhi lagninosi ; scesa, dcposlo nelle mani deirimponente maggiordomo una gabbia con merlo, offerse gentilmente l’altra a chi la seguiva. Ma sì che Claudia Di Viano volòa accettarla ! Figuratevi se lo poteva una Tanciulla di diciol- t’anni, lulta vita, e sposa da cinque o sci ore al più ^suo marito era quel giovane allo, dai balli biondi che si taceva dietro di lei) figuratevi poi una ragazza la quale tenòvasi di èssere una capriola sulle montagne, una viaggiatrice perfetta ! ? Claudia, fin dalle corte gonnelle, avèa avuta manìa per i viaggi e le pericolose avventure. Fila imparò, si può dire, l’abbicì* per lèggere del capitano Cook, del Milione, di Sindbad : appisolandosi sul Robinson Crosuò o Svìzzero cui voleva un ben mallo, sognava sempre con giòja di trovarsi, anche lei, in un’ìsola disabitala, vestita di pelli caprine, con lì sottomano, arenato, l’inesauribile bastimento. Xè solo fantasticava. Un giorno, a dì basso, suo padre, rilornando da caccia ; incontrò nel folto di un bosco la piccolina acchiocciolata presso un mucchio di slipa ; la piccolina, che, smarritasi a bel diletto con le tascucce zeppe di chiodi, di pezzi di corda e di morselli di pana, ora piangeva a lagninone, accòrtasi di aver dimenticati a casa i fiammiferi. E crescendo, crebbe anche il suo ticchio. Il tavolino di Claudia vedèvasi a lulte lore ingombro da carte geogràfiche, da fotografie di ghiacciài, da ragguagli sulle infruttuose spedizioni ai Poli e alle sorgenti del Nilo. Quando poi nella sua fantasìa, sdrucciolò, la prima volta, l'ometto, essa lo vestì da capitano di mare, lo mise a prora con un cannocchiale ; essa lo