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NOTA BIBLIOGRAFICA.
Carlo Dossi non aveva diciannove anni.
La prima edizione di L1 Altrieri, nero su bianco, apparve, nel 1808. in un breve volumetto di 139 pagine di circa cento esemplari fuori commercio, coi tipi Lombardi di Milano.
— L’originalità del lavoro e l’apparente stranezza, che interrompeva la consuetudine della letteratura e l’abitudine calma e facile della critica, accesero subito lo sdegno di un redattore della Perseveranza, l’avvocato Baseggio (articolo U1 19 gennaio lbC9) a cui rispose Alberto Quinterio sul numero del 22 gennaio; e Ruggiero Bonghi, allora direttore di quel foglio, accettava in parte le ragioni a difesa, ma assolveva il collaboratore dall’accusa di parzialità e di livore personale.
— La disputa fu ripresa dalla Crònaca grigia, il 24 gennaio, sul X. 4 dell’anno 9.°: Cletto Arrighi parteggiava apertamente per il Dossi. — Ambrogio Bazzaro, col suo liifìesso azzurro (Milano 1873). fece ììq\V Altrieri una garbata ma evidentissima imitazione, ed insieme porse l’omaggio più appassionato di un primo ed intelligente ammiratore.
La seconda edizione successe per 14 appendici sulla Riforma.
giornale romano, diretto da Luigi Perelli, intimo di farlo Dossi, incominciando dal numero 24 maggio 1881.
La terza, preceduta di uAgli scrittori novelliniuscì a cura dello Stabilimento tipografico italiano (Roma 1881). — Merita un posto in questa bibliografia una lettera che Edmondo De Amicis scriveva airamico autore il 7 aprile 1881: farà sorpresa a molti come lo scrittore così popolare, castigato e manzoniano, ammirasse il Dossi letterato d’eccezione e di tempra anomala, pregiato, allora, soltanto da pochi raffinati.
Ecco il documento: u Alberto carissimo.
’ Ti ringrazio veramente di cuore per Y Altrieri. che rilessi con nuovo piacere nella sua terza edizione. I tuoi consigli agli scrittori novellini sono poi veramente preziosi, e mi duole che altri non me li abbia dati quando avevo anch’io diciotto anni. Rodeva me pure la febbre dello scrivere, ma mi avevano infuso timore della stampa e dei suoi pericoli, e sfiuucia di me stesso. Ter giunta, teneva il precetto oraziano