270 |
vita di alberto pisani |
|
tracia Moresca, il mondo intorno ripigliò il sopravvento. E Alberto disse allora ad Enrico:
— O caro te, mi sento male davvero. Non
vengo. —
Enrico die’ in un’allegra ridata ; poi :
— Eccoci al tuo sacchetto di pulci. Credevo
proprio, che, almeno 'stavolta, lo avessi scordato a casa. Capricciosissimo ! Ma non la vinci !
sai. Vieni o io ti porlo in ispalla —
Il nostro amico si rannicchiò sul fondo chi
broiKjluim.
Enrico smonta :
— Giù dùnque ! —
Alberto borbotta, si morde le labbra ; ina,
come si adda che il cocchiere s'ò messo a sniar-
n
darlo, scende. E, rimorchiato da Enrico, passa
una portinarìa deserta.
— Dove vanno, eh ? — grida una vecchia,
venendo loro all'incontro da mezzo il cortile.
— Da donna Claudia Sàlis — fà Enrico.
E la vecchia :
— Donna Claudia è morta.