266 |
VITA DI ALBERTO PISANI |
|
— Hum ! straccerìa ! — fe' Alberto. — Guarda di aprirmi quel là. —
Ma udissi una scampanellala : Paolino corse
ad aprire.
— C’è ? — disse Enrico Fiorelli, apparcu-
do ; e come vide il nostro e suo amico — oh
bravo ! bravo Guido Etelrèdi.... —
Alberlo imbragiò.
— Dùnque, sei proprio? — osservò Enrico.
— E come fai a sapere ?
— Eh ! un uccelletto !
— O piuttosto un corbaccliio ? — ribattè \1-
berto, occhieggiando Paolino.
— Xo, 110 ; non è un corvo. È lui fa Uro È
una gentile capinera.
— Chi ? —
Enrico allungò di rispóndere ; poi :
— Donna Claudia Sàlis.... —
Al che, Alberto, commosso, lo pigliò per un
braccio e lo tirò nel suo studio ; gli siedetle
d’accosto, e :
— Dùnque ? — gli dimandò — coni’è andata ?... Curiosissimo caso !
— È andata — fe’ Enrico — che mi recavo
da lei per la prima mia vìsita.... Sai ; la contessa mi ha genlilmenle invitalo....
— Sì, sì — disse Alberto.
— Be’, la trovai nella sala con la marchesa Oleari. Xon la conosci ? Una vecchia baffuta, che dà a prima vista del tu, la quale, per
aver leggicchiato qualche dozzina di Cosmorami
Pittòrici, si crede in diritto di dottorare su
tutto. Guai contraddirla ! insulla ; dice tal cose
da farne rosso un treccajo. Ed essa pettegolava
di un libro che donna Claudia avea in mano,
libro con la coperta gialliccia.... —
Alberlo arrossì.
— E che diceva ? — chiese.