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244 vita di alberto pisani

buendo denari, «boni» per scorpacciate, «boni» per stoppe e remissioni di debiti inesigìbili. La gioventù si asciugava la gola, la vecchiaja le ciglia. Ed ii maestro di scuola, riuscito a chiappare un bottone a Leopoldo, gli fece inghiottire fino aM’ùltifua stilla un sonetto di «duecento e più versi», che incominciava:

Te bēato, o signor, cui la sorella D’Amor ferita, ora Imeneo risana.

X.

Ed Ines e Leopoldo si sono pirtiti per sempre, in questo mondo almeno, dato Che l’altro ci sia. C'è? Speriamo allora trovarli — non condannati ad una « fraternità eterna ».