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vita di alberto pisani |
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righe, sostò. E l’avvocato gli crederebbe? con quale
fronte abbandonar la ragazza, che, forse, anzi! certo,
certissimo, l’avea solamente a fratello? dove la \o-
lontà? dove l'ànimo forte?... e stracciò il foglio, poi
il quinterno.
Si alzò disperato. No! egli non dovea allontanarsi
da lei.... cioè, non «poteva», perchè....
E trasse un sospiro di avidità, e abbrividì del
sospiro.
IV.
Pensate dùnque che inferno! e chissà quanto avea
a durare!... inferno, le cui pene maggiori èrano appunto gli sforzi per dissimularle, tantoché, ogni collòquio trrnquillo con l’avvocato, costava, al gióvane,
una o due sedie.
E, un dì, l’avvocato fe’ capire a Leopoldo che la
sorella di lui non sapeva che dire del suo starle
lontano, e si lagnava e piangeva, e....
— A domani! — interruppe Leopoldo alla brusca.
E l’indomani, una carrozza a quattro cavalli e a
postiglioni, fermossi al collegio. Di cui le finestre
si fècer tosto cornici a tanti quadri viventi di ragazzine e ragazze: le une, curiose dell'equipaggio superbo; le altre, del padrone di quello. E Ines passò ili
saluto in augurio, di augurio in abbraccio, ed ebbe
una scorta di baci tale, che, se di labbra coi b.itfi.
avrebbe tornato la vita a chissà quante inamate!...
Così, baci perduti.
Tuttavìa, Leopoldo si rimaneva in carrozza.
— Il tuo signore fratello — notò Giorgina Tibaldi,
sinceramente, all’amica — è un «gran bel magnìfico
giovine », ma, a cortesìa.... ve’ scu^a.... è americano...
un po’ troppo. —
Ines tàque. Condotta dall’avvocato e dalla rettrice
scese le scale e salì il montatojo. Ella non si era
messa alla via: solo, si avea gettato in ispalla una
mantiglia a cappuccio. Ma la beltà non chiede altro
che luce: oh conoscèsser le belle qual male fanno
gli specchi! E Ines, in disabbiglio, appariva sì se*