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vita di alberto pisani |
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— Trois francs — ella disse nel presentargli nn secondo biglietto.
Alberto ricomincia la pesca ; gli manca una
lira ; fruga di (pia, tasta di là. crede di averla
scoperta.... K un soldo.
Arrossa ; torna a cercare con rabbia. Pur finalmente trova ; e paga.
Senonchè, allontanandosi dal dispensino e tentando cacciarsi in una finta di tasca (pici maledettissimo soldo già scambiato per lira, esso
gli sfugge, c pirla sul pavimento. Ma Alberto,
schiavo dcH’àbitOj non se ne dà per inteso.
Signore ! — sciama un monello, venditor
di giornali, correndogli appresso.
Alberto dovette ristare. Il ragazzino gli presentò la palanca. E Alberto, più confuso clic mai,
se la mise in saccoccia !... Il ragazzino gli tenne
dietro con gli occhi, tra il disappunto c l’offeso.
Ecco il teatro, ròcche le sedie, il nostro amico rimane un istante a calcolare il terreno ;
conta le file ; poi, entra in una.
Gran tramestìo di gambe e di pudiche sottane. Eli li si ferma a un ufliciale che ride con
una bella vicina, e :
— I)i grazia — dice.
— Eh V — fà il militare alzando la testa ;
e, come Alberto accenna alla sedia. — Pardon! è la mia. Guardi meglio il biglietto ! —
Proprio ! Alberto avea sbagliato la fila.
— Scusi ! — mormora. E torna a fare la strada in tanta stizza c vergogna, che per un pelo
non iscappò dal teatro.
Intrattanto la banda suonava ; banda a islru-
menti un po’ corti di fiato. Per contraccambio,
ciascuno tendeva ad aprirsi una via sua propria, e Dio sa dove saròbber finiti, se, a contenerli, non sopraveniva qualche gran colpo di