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vita di alberto pisani |
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cristi o màndorle spaccherellc o alla perlina.
Amore, giusta l’Alberto d’allora, volea dir matrimonio ; e matrimonio, giocare agli sposi. Di-
cea dùnque alla Pina, che, fatto grande, egli
l’avrebbe sposata. Ma lei, o ingratissima Pina !
non aspettò. I n giorno fece tenere, in suo luogo,
ad Alberto un cartoccione di dolci. E lui ? Lui
sei spazzò di gran gusto.
Così, altra ili sìmili fiamme, fiamme beninteso dipinte, gli era stata una cuoca : la (iiulia.
AI primo servire, cotesta tosa parca più stagna
di un materasso da campo. O che ? A poco a
poco, innanzi ai fornelli di casa Pisani, le die’
come in fuori la umidità : oggi le si gonfiava
una guancia ; dimani, l’altra ; dopo-dimani, un
orecchio, poi una mano, poi un occhio.... K donna (ìiacinla la compassionava ! Infine, la maligna flussione prese la (iiulia più a basso. Allora, donna (ìiacinla credè conveniente di salutarmela tanto ; e Alberto perdette colei che vestiva. sì premurosa e sì bene, le marionette.
Ma questi due, ripeto, ed altri della stessa
portala, se anche amori, non èrano di quel tale
baràttolo or sosoirato da Alberto. Dimando io !
»
come mai un poeta che la pigliava sul serio,
poteva, per dolce obietto, avere o una pi la -
Iella di cuoca che sbuzzava pollastri, o una maestra di prima, tanto paziente da far scappar
la pazienza ?
— To.... lo.... tómbola ! — qui eruppe don
Romualdo approfittando delle altrui distrazioni.
K, dal mattino seguente, Alberto si diede ancora a cercare.
Cìià molte volte Cidi avea ceduto la dritta
il
sui marciapiedi al capitano Balotta e alla signorina sua figlia. Xel primo gli era sempre
parso vedere un rispettàbile pensionato in là