Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
viii | preludio |
vansi di parole e di scritto, come udienze curiali; nè si fissavano in essi solo dizioni, ma schemi di opere e talvolta anche intieri bozzetti, ai quali poi il nostro buon Cletto Arrighi dava ospitalità nella sua Cronaca Grigia.
Ripeto: non sarebbe possibile oggi di dire, dove, nei quattordici schizzi che costituiscono il presente volume, finisca la frase o il concetto di Gigi Perelli e principino i miei. Questo libro non può quindi scender nel pubblico che come in lui scese, nel 1866, il nostro primissimo saggio, cioè coi due nomi riuniti„.
Così Carlo Dossi con onesta verità e con affetto riconoscente, in Roma, il dì 24 giugno 1884, pubblicando il Campionario dei ritratti umani.1 Ma così, oltre che del Campionario e della Rovaniana e di Ona famiglia de Cilapponi — i quali compariranno in questa edizione come opere d’entrambi — avrebbe egli potuto e potrebbe sempre, se ahimè! non gli sembrasse d’avere scritto abbastanza, dire di tutta la sua vita, la quale, anche dopo che i due metalli slegaronsi, fu così fusa e confusa con quella di Gigi, che a poter far delle due una sola si sarebbe avuto il vero, completo, impareggiabile capolavoro umano. Gigi fu infatti, per lunghi anni ancora, non solo la lega del metallo da cui era costituita l’intelligenza letteraria di Carlo Dossi, ma il mezzo per cui Alberto Pisani comunicava col resto della umanità. La loro fu, assai più che una collaborazione artistica, una completa comunione dell’esistenza, che l' uno viveva per l’altro, e nella quale non ho rimorso d’essere entrato terzo, se Gigi tanto si compiacque di me, e se oggi, a trentotto anni dal giorno in cui Gigi incominciava ad amarmi grazie alla mia ammirazione pel Dossi, io posso ripresentare questi al pubblico
- ↑ Milano, Fratelli Dumolard, 1885.