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106 vita di alberto pisani

si. Poi, col moto ondulante delle foni ine incinte, entrò nella stanza. Svestissi ; meglio, venne svestita. Donna (ìiacinla stelle alcun poco, lisa, presso di lei. Sentiva mano mano ruggirsi quell'ombra di fede, che àvea tentato partire con la gióvane nuora. Scoraggila del tulio, cadde sul - Finginocchialojo, volse gli occhi ad un Cristo.... Il Cristo rimase ciliegia. Verso quallrore si udì dalla strada, confusamente, un gran rumore di voci e di passi. E Arrighelta, al pàllido lume dell’alba, vide donna (ìiacinla staccarsi dal seggiolone, su dove, abbigliata. avea passato la nolle. e camminare in punta di piedi verso la porla.... In quella, eccoli entrare, tutto sgomento, una fantesca : % 7 n — I nemici si avànzano ! — Zitto ! — fece la vecchia. Ma, troppo tardi ! sua nuora era già balzata dal letto. r» — Fuggiamo : — ella gridava. — Il mio Alberto è morto, fu ucciso ! Ed ora gli uccideranno anche il figlio.... Mamma, per carità ! Perchè mi lenete ?... \ julo ! mi lascia.... Voglio fuggire, devo. — E cadde in una tale eccitazione convulsa e tanto si dibattè, che donna Giacinta dovette ordinare, a voce alta, che si attaccasse. — La carrozza ha rolla la sala. — osservò il cavallante comparendo alla porla. — Friggiamo ! — sciamò, quasi strozzata, Ar- righetla. E cercava strapparsi dalle robuste braccia della fantesca. La vecchia era alla disperazione. — Se non c’è la carrozza — disse* — i cavalli ci sono. Attàccali a una timonella, allàccali a una carretta. — Preslo ! — gridò la giovane moglie. O n n — Sùbito — fé’ il cavallante, e scomparve.